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A Milano Moda Uomo il barocco di Dolce&Gabbana ed i colori pop di Versace

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Pensate a quanto, ogni decade del passato, abbia un’estetica riconoscibile e caratterizzante. Gli anni ’50 con i ciuffi in stile Elvis, i chiodi in pelle presi da Gioventù Bruciata, i jeans con le svolte e le creepers; i ’60 con il velluto e le camicie a fiori; i ’70 con i tartan, le borchie e le spille da balia; gli ’80 con le spalle esagerate e le paillettes; i ’90 con i colori neon ed i completi destrutturati.

Oggi, tutto questo, co-esiste. Impossibile individuare elementi estetici tipici dell’epoca contemporanea, dove c’è davvero TUTTO. Dunque, per “leggere” una sfilata si va a parare spesso sulla via della reminiscenza, scovando stili e ispirazioni del passato che ci portiamo dietro, come un memento dei passi fatti prima dei nostri. Siamo a Milano Moda Uomo e parliamo del futuro.

Ad aprire la rassegna è la sfilata di Ermenegildo Zegna, che sceglie come location la Stazione Centrale di Milano. Protagonisti di questo fashion show sono i tessuti: altissima qualità è la parola d’ordine, spazio anche ai tessuti riciclati. L’uomo metropolitano di Ermenegildo Zegna fa scelte consapevoli, nel rispetto dell’ambiente. Il progetto di riuso e riciclo comprende il 25% della collezione. Una percentuale che si pensa crescerà nel tempo. L’inclinazione eco-friendly era stata preannunciata da una serie di post su Instagram di Sartori, con hashtag #UsaTheExisting. Molto #onthetrend sono i maxi cappotti con pattern, le stampe check e le texture metallizzate.

Dolce&Gabbana fanno un balzo indietro nel tempo, quando durante i défilé, le varie uscite venivano annunciate da un presentatore che ne descriveva le caratteristiche. E mentre, sullo sfondo, abili sarti con tanto di camice elaborano vere e proprie opere d’arte, ecco arrivare questo elegantissimo uomo del 2019. Focus sui broccati, tanto opulenti e nobili; così come sull’effetto bling che acceca gli sguardi. Una sfilata di prèt-a-portèr che sa di couture con maxi coat dal collo di pelliccia, tuxedo glitterate, completi jacquard, riferimenti religiosi (immancabili!) e slip on di velluto. So luxury!

Un team creativo rinnovato per Frankie Morello, che apre questo nuovo capitolo raccontando un viaggio che parte dai paesaggi desertici texani per arrivare alle grandi metropoli. Innegabile che la collezione sia piuttosto rock, con gli stivali vacheros pitonati, latex, camicie trasparenti con stampe grafiche e giacche biker portate a petto nudo. Il trend del check, viene arricchito da stampe floreali in capispalla e completi la cui ispirazione anni ‘70 si evince soprattutto dallo styling: occhialini, chioma in stile Bob Dylan, trasparenze o pelle nuda.

Immaginate di sognare elementi sartoriali, colorarli della vivida sostanza dei sogni, confonderne le trame e toglierne i confini. Questo è un po’ il succo della sfilata di Marni. C’è la grande conoscenza dei tagli, il pregio delle materie prime e poi una discesa senza freni nell’onirico e nel paradosso. In questo modo se stampe si mixano: dall’animalier a quelle anni ’90; così come i pattern, le texture ed i colori. I maxi pull sopra i completi sartoriali. Una sorta di lucida follia dalla palette cromatica indimenticabile ed i volumi oversize. Una provocazione ed un invito alla libertà.

Quest’anno ricorre il ventesimo anniversario del brand Neil Barrett, coinciso con la settimana della moda maschile milanese. In passerella il punk britannico della seconda metà degli anni ’70 con influenze dal lontano oriente. Arrivano così trench, completi e pantaloni con stampe raffiguranti le metropoli giapponesi. Stampe check ed animalier sono i tratti distintivi di questa collezione, così come i color pulsanti, fra tutti il rosso scarlatto. Fiore all’occhiello, sono i maxi coat sartoriali con dettagli a contrasto cromatico.

Che dinamismo l’uomo Les Hommes: riesce ad essere sportivo, provocatore ed elegante nello stesso tempo. Ha l’anima del gentleman per cui è imprescindibile il completo sartoriale e la cravatta, ma sente il bisogno di puntare su di lui la luce dei colori neon o delle texture metalliche. Sempre pronto ad alzare il cappuccio per essere discreto o a nascondere le emozioni dietro un paio di maxi occhiali da sole. Il pantalone perfetto, senza neanche una piega, ma ai piedi le sneakers perché ama andare veloce. È organizzato per le avversità meteorologiche con tessuti idrorepellenti, ma li affronta a petto nudo, perché impavido!

È la prima volta che Versace presenta una collezione dopo l’acquisizione da parte della holding americana Capri Holding di proprietà del designer Michael Kors. Una nuova direzione dal punto di vista manageriale, ma l’essenza stilistica rimane pressoché la stessa. Come sempre, l’uomo Versace osa con i colori, anche i più vivaci e femminili. Porta con sé lo sfarzo dei pattern animalier, così come gli iconici motivi barocchi ereditati da Gianni Versace. C’è anche qualcosa di nuovo: una collaborazione con Ford, la macchina USA per eccellenza, che concede il logo per giacche biker in pelle multi-patch. Capi must? I pantaloni a righe verticali, le mini bags a tracolla, i bomber e le spillette anni ’90.

Sono tanti ad asserire che Marcelo Burlon abbia esaurito le idee. Quelle stesse idee che hanno ossessionato la generazione millennials e post-millennials. Forse è vero che non c’è tantissimo di nuovo, ma noi cogliamo una sfumatura vaporwave che è davvero una chicca. Una tendenza un po’ di nicchia, che però si fa strada, soprattutto sul nord Europa dove il dream pop risuona potente. Del resto, Burlon è anche un dj e questo è un fattore palpabile nelle sue collezioni. Ecco, così, che ci innamoriamo delle stampe fantasy con le sfumature di viola e rosa che si incontrano.

Billionaire ci porta nel lato lussuoso del mondo sportivo, con la sponsorizzazione del Monte Carlo Polo Team. Questa collezione, dunque, è ispirata all’eleganza sportiva del mondo equestre. Sfilano caschi, selle e stivali da equitazione, accompagnati da capi sartoriali realizzati con pellame esotico: giacche varsity in coccodrillo, cappotti di shearling, trench in coccodrillo. Sempre in coccodrillo, sono gli stivali da equitazione, sovrapposti al pantalone sartoriale. Modelli over 50, indossano anche pijama suite, completi con reverse in pellame esotico e guanti abbinati, mocassini e tuxedo in paillettes. In una parola: si tratta di esclusività, dell’1% della popolazione sostanzialmente. E li immaginiamo, dopo la partita di polo, riuniti attorno ad un tavolo con il migliore distillato ed un sigaro alla bocca.

Tutte le variazioni di piumino da Philipp Plein: da quello colour block, al camouflage; da quello in colore neon a quello con la texture metallizzata. Questo capo persistente, accompagna pantaloni sartoriali, tracksuit, tute con zip e teschi, completi, maxi coat, suite animalier e t-shirt con logo. Non è di certo un’estetica raffinata, ma non ci aspettavamo qualcosa di diverso da Philipp Plein.

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